A NOTTE NEL CUORE : Samet cambia idea e avverte a Sumru sulle sue intenzioni.
La notte cala sulla villa come un presagio di tragedia imminente, e l’illusione della quiete si spezza in mille frantumi sotto il peso della crudeltà di Gian, che ordina a Canan di gettare via ogni ricordo di Esat, bandendolo dalla sua stessa casa e dalla sua famiglia. Esma, incapace di sopportare la brutalità di quella scena, fugge in giardino, piangendo disperata mentre registra un messaggio per Esat, un grido d’aiuto che racchiude tutta la sua impotenza. Ma la tragedia non si ferma alla villa: altrove, Oscan viene ferito gravemente e trasportato in ospedale, mentre Esat stesso cade vittima di un rapimento violento orchestrato da uomini spietati guidati da Bugnamin. Le sue urla disperate squarciano la notte, ma non piegano l’implacabile missione di chi lo vuole consegnare a Gian. La rabbia di quest’ultimo esplode in una furia incontrollata: non solo accusa il fratello di tradimento, ma decreta che dovrà pagare caro, come se ogni goccia del sangue versato da Oscan ricadesse interamente su di lui.
Lo scontro tra Gian ed Esat raggiunge vertici incandescenti di odio e disperazione. Esat, umiliato, si rivolge a Nayet supplicandola di liberarlo, mentre Bugnamin con un gesto secco taglia le fascette che gli lacerano i polsi. Ma quella libertà è solo apparente, poiché Gian lo schiaccia con l’accusa di aver distrutto il loro legame fraterno e lo condanna a una vita da nemico. Esat non arretra: lo provoca apertamente, lo accusa di vigliaccheria, dichiara con voce ferma che il suo unico scopo sarà distruggerlo pezzo dopo pezzo. La tensione si accende come una miccia quando il nome di Melek entra nella disputa: un insulto velenoso scagliato da Esat colpisce Gian al cuore e scatena la sua collera più buia. Il pugno che vibra è come un tuono, e la pistola puntata alla tempia del fratello rende palpabile il rischio di un fratricidio. Solo l’irruzione improvvisa di Samet impedisce che il peggio accada, ma lo scontro si trasforma in un duello di potere ancora più crudele: Gian decreta che Esat sarà rinchiuso nel seminterrato, sorvegliato a vista, in attesa della polizia. Samet, accecato dall’amore paterno, si oppone con tutta la sua forza, arrivando persino a minacciare di difendere suo figlio fino all’ultimo respiro. Il conflitto raggiunge il punto di rottura: Gian, ferito nel profondo, decide di lasciare la villa per sempre, mentre Samet ordina che la verità venga sepolta e che nessuno scopra chi ha davvero sparato quella sera.
Il potere però non resta vacante: Esat, ferito ma animato da una determinazione feroce, reclama il suo trono. Si presenta nell’appartamento di Bugnamin con lo sguardo di chi sa di essere il nuovo padrone e con mani violente lo costringe a piegarsi al suo volere. Dichiarandosi il nuovo capo indiscusso, obbliga l’uomo a chiamarlo signore e lo condanna a servire i suoi ordini senza esitazione. Bugnamin, terrorizzato, comprende di aver puntato sul cavallo sbagliato, ma ormai è troppo tardi per tornare indietro. Intanto, nella villa, i cuori si spezzano in silenzio: Melek riceve la lettera straziante di Gian, che nel dolore della sua fuga confessa un amore eterno, un sentimento così profondo da non trovare perdono né riscatto. Le parole scritte con mano tremante rivelano la sua disperazione, il rimorso di aver distrutto la loro felicità, la speranza disperata di poterli rivedere un giorno, lei e il bambino che non conoscerà mai. Melek, devastata, corre verso l’aeroporto per fermarlo, ma il destino crudele la ostacola: una folla la separa dall’uomo che ama, e il suo grido disperato si perde nel frastuono del terminal. Gian, ormai irraggiungibile, getta via la sua SIM come un ultimo taglio netto al passato, condannando entrambi a un’assenza che brucia come fuoco vivo.
Mentre un amore finisce nell’angoscia, un altro si consuma in tribunale in una guerra di orgoglio e vendetta. Samet, deciso a distruggere Sumru, annuncia che non concederà mai il divorzio, non per amore, ma per impedire che lei possa essere felice con Tashin. Sumru, irremovibile, ribadisce la sua volontà di separarsi a ogni costo, e il giudice, considerando i figli ormai adulti, accoglie la sua richiesta. All’uscita dall’aula la tensione esplode in una colluttazione violenta, frenata solo dall’intervento della polizia. Samet, furioso, promette vendetta eterna, ma Sumru trova rifugio tra le braccia di Tashin, che la protegge con coraggio. La famiglia, ormai in frantumi, non conosce pace: accuse, insulti e rivelazioni velenose precipitano i figli in un vortice di confusione, mentre Ikmet sottolinea con disprezzo il disonore che li avvolge. In parallelo, alla villa di Tashin, si compie un altro destino: Sumru viene presentata come nuova direttrice del negozio, un ruolo che la consacra come donna indipendente e forte, pronta a lasciarsi alle spalle il passato e affrontare il futuro con dignità, anche se l’ombra del dolore familiare continua a seguirla ovunque.
Il mosaico di passioni, rancori e segreti intreccia i destini dei protagonisti in un labirinto senza uscita, dove ogni scelta ha un prezzo incalcolabile e ogni gesto d’amore si trasforma in ferita. Gian, lontano e dilaniato, si consuma nel rimpianto, mentre Esat prende il potere con pugno di ferro, pronto a dominare chiunque si opponga. Melek, devastata, deve imparare a convivere con un’assenza che lacererà per sempre il suo cuore, mentre Sumru affronta la sua rinascita tra nuove responsabilità e vecchi fantasmi. La villa, teatro di intrighi e tradimenti, resta il cuore pulsante di una saga familiare in cui l’amore diventa maledizione, il sangue si trasforma in catena e la vendetta è l’unica legge che regna sovrana.