Come nella vita reale, anche in Un posto al sole il sangue vince su cuore e cervello

Come nella vita reale, anche in Un posto al sole il sangue vince su cuore e cervello
Alice è in partenza e Vinicio la chiama per un ultimo saluto. Ora è tempo di stare accanto a suo fratello: alla fine è così per tutti, con poche eccezioni.
È un copione che si ripete, a Un posto al sole come nella vita reale. Davanti alla scelta tra l’amore, le donne, le amanti, gli amici, i legami che ci siamo costruiti e quelli che la natura ci ha dato, l’uomo sembra scegliere sempre i secondi. Alla vita che avremmo voluto, preferiamo quella che ci è capitata. Alla famiglia che abbiamo costruito, scegliamo quella in cui siamo nati. A chi ci vuole, scegliamo chi semplicemente “ci ha”.
È una condizione quasi ineludibile, che solo pochi, con fatica, riescono a scardinare. E che da fuori non si può né capire né combattere: il sangue vince sul cuore e sul cervello, in una guerra ad armi impari.
Per questo nessuno ha il coraggio di dire ad Alice che Vinicio non abbandonerà mai il fratello per tornare da lei. E mentre la nonna, con distacco, le rivolge un gelido “ci rivedremo”, resta il dubbio più amaro: non tutte le famiglie sono legate dal sangue.