LA PROMESSA ANTICIPAZIONI: MANUEL DISTRUTTO SCAPPA SENZA SALUTARE NESSUNO DOPO IL RICHIAMO DI JANA

“LA PROMESSA ANTICIPAZIONI: MANUEL DISTRUTTO SCAPPA SENZA SALUTARE NESSUNO DOPO IL RICHIAMO DI JANA”
SPOILER – PARAPHRASE (≈1000 parole)

Nel prossimo capitolo de La Promessa, l’atmosfera nella tenuta si fa carica di tensione e inquietudine. Manuel, fragile già da giorni, attraversa una delle crisi emotive più profonde mai viste finora. Tutto inizia con un semplice confronto con Jana, ma le parole di lei — dure, necessarie, taglienti come una lama — diventano la goccia che fa traboccare il vaso di un giovane già consumato da dubbi, colpa, e un tormento interiore che nessuno sembra capire veramente.

 

Jana si avvicina a lui con l’intenzione di difendere la verità, di farlo reagire, ma nel farlo usa un tono che ferisce Manuel più di quanto lei possa immaginare. Gli rinfaccia di non prendere posizione, di ferire chi gli vuole bene con la sua indecisione, di fuggire ogni responsabilità. Manuel ascolta in silenzio, immobile, quasi pietrificato. Ogni parola gli cade addosso come un macigno. Non risponde. Non si giustifica. Semplicemente… si spezza dentro.

 

Quando Jana se ne va, convinta di aver fatto la cosa giusta, non vede il modo in cui Manuel si porta una mano al petto, come se cercasse di contenere qualcosa che gli esplode dentro. Rimane solo per lunghi minuti, incapace di respirare normalmente, lo sguardo perso nel vuoto. Quel richiamo, quell’accusa così diretta, tocca un punto che lui tenta di nascondere da tempo: la paura di non essere abbastanza, la sensazione di essere un peso per tutti, l’idea che forse la sua sola presenza renda la vita degli altri più complicata.

È in questo stato di smarrimento totale che prende la decisione impulsiva e dolorosa di partire. Non lascia biglietti, non avvisa nessuno. Sa che se parlasse con Catalina, Cruz o Jana stessa, finirebbe per cedere, per restare intrappolato ancora una volta nelle aspettative altrui. Allora prende solo lo stretto necessario — un cappotto, una borsa quasi vuota e i pochi soldi che ha — e scompare dalla tenuta come un’ombra nella notte.

La prima a notare la sua assenza è Simona, che trova la sua stanza vuota, il letto perfettamente sistemato, troppo perfettamente. Qualcosa non va. Apre l’armadio e vede che mancano alcuni vestiti. Il panico inizia a diffondersi fra il personale. Quando la voce arriva a Catalina, lei corre per tutta la casa con un’espressione devastata. Per Cruz è un colpo ancora più difficile: non riesce a credere che Manuel, il suo figlio più vulnerabile, sia sparito senza una parola.

Ma la reazione più forte è quella di Jana, che inizialmente rimane impassibile, poi improvvisamente sbianca. Le viene detto che Manuel se n’è andato dopo il loro confronto. Le gambe le tremano. Sente la nausea montare. Realizza che forse le sue parole, nate dalla rabbia e dalla frustrazione, hanno spinto l’unica persona che voleva proteggere verso un abisso ancora più profondo. Il senso di colpa la travolge come un’onda.

Il capitolo segue Manuel nelle ore successive alla fuga. Cammina senza meta, con il viso bagnato di lacrime che non tenta neppure di nascondere. Passa davanti ai campi, attraversa un sentiero che conosceva da bambino, poi imbocca la strada verso il villaggio, senza sapere esattamente dove andare. L’unica cosa certa è che non può più restare in un posto dove ogni decisione che prende sembra sbagliata agli occhi di tutti.

Le sue emozioni si alternano freneticamente: rabbia contro se stesso, dolore per aver deluso Jana, paura di ciò che lo aspetta fuori dalla sicurezza della tenuta, ma anche un barlume di libertà. Per la prima volta dopo tanto tempo sente che può scegliere. Che può respirare. Ma questa libertà ha il sapore amaro della solitudine.

Intanto, alla tenuta, si crea una divisione profonda. Alcuni sono convinti che Manuel tornerà presto, che si tratta solo di uno dei suoi colpi di testa. Altri temono il peggio: Manuel è fragile, vulnerabile, incline a gesti impulsivi. Catalina è la più determinata a ritrovarlo, anche se Cruz, combattuta fra l’orgoglio e il terrore, tenta di mantenere il controllo della situazione. I servitori osservano tutto in silenzio, consapevoli che l’assenza di Manuel destabilizza l’intera casa.

Jana, invece, vive un tormento diverso: la consapevolezza che tutto questo è iniziato per colpa sua. Passa ore a cercare di ricordare ogni parola pronunciata durante il confronto, cercando di capire quale sia stata quella che lo ha ferito di più. Piange disperatamente nella sua stanza, poi decide di agire: deve trovarlo. Non può permettere che Manuel rimanga solo in un momento così fragile.

Il clima si fa ancora più drammatico quando arriva una segnalazione: qualcuno ha visto un giovane che corrisponde alla descrizione di Manuel dirigersi verso la vecchia stazione abbandonata. Catalina e Jana partono immediatamente. Il capitolo entra in una spirale di tensione crescente: la paura di arrivare troppo tardi, il vento che sembra sussurrare presagi cupi, i ricordi di Manuel che riaffiorano nella mente di Jana come lame.

Ma quando raggiungono la stazione, Manuel non c’è più. Al suo posto, trovano solo le tracce di un passaggio recente: impronte fresche, un fazzoletto caduto a terra, e un messaggio scritto frettolosamente su un pezzo di carta strappato:

“Non cercatemi.”

Un messaggio che distrugge Jana.

Il capitolo si chiude con tre immagini parallele:
– Manuel, solo su un carro diretto verso una destinazione sconosciuta, con lo sguardo perso e il cuore spezzato.
– Jana, inginocchiata a terra alla stazione, stringendo il foglio fra le mani tremanti.
– La tenuta, imponente ma improvvisamente vuota, come se la sua anima fosse partita con lui.

La fuga di Manuel non è solo un gesto di disperazione. È un punto di svolta che cambierà gli equilibri di La Promessa per sempre.

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